ALFABETI SENZA TEMPO – Alessandro Docci

"ALFABETI SENZA TEMPO – Alessandro Docci"
di Francesco Corsi – Luciano Carini – Veronica Ferretti – Paolo Pesciatini

2022

copertina

“Alfabeti senza tempo” è il concept attualizzato nell’opera di Alessandro Docci, che assume una corporeità ermeneutica nella condizione attuale del globo.
I giorni attuali, segnati dalla crisi pandemica e dalla guerra, vengono da tutti percepiti un po’ come il carattere Omega dell’apocalisse. Un tempo, in cui il tempo si sospende.
Nella difficoltà di ottenere uno slancio, tipico del clima futurista, l’arte si ritrova di fronte ad una sorta di teologia apofatica, dove si cerca di elevare il nulla ai nuovi templi di un sacro secolarizzato; l’opera di Docci invece sceglie la via del segno, la strada del raccoglimento nello scrigno della memoria, attraverso una semantica di simboli che entrano nelle caverne del cuore umano.
Nella sospensione del tempo, si attualizza paradossalmente il senso più intimo della temporalità.
Di fronte al limite, dinnanzi all’abisso, la psiche umana, respinta dal senso della fine, si ripiega in una stratificazione mnemonica, dove cerca di attingere al ricordo.
Alessandro Docci, che ha lavorato in modo profondo sull’individuo, giunge adesso alla visione di un punto di vista dell’individuo sollevato in uno spazio mediano tra la terra e il mondo celeste. Sono
le sue visioni dall’alto, che guardano al mondo, velato da un tenue colore.
Una verità velata, come diceva Nietzsche, per poter vivere di fronte all’angoscia del mondo. Le mappe delle città, trasfigurate da un punto di vista di coscienza distante, permettono di scoprire il
senso che l’uomo sente sfuggire al proprio dominio. È proprio grazie alla distanza, che viene meglio
conosciuto il puzzle degli elementi della vita. Vedere le cose dall’alto, il sogno di Icaro, la prospettiva divina, il dominio dell’aviatore.
Quasi uno spunto di futurismo visto in Gerardo Dottori, ma sottratto a quella forza espressiva che scaturisce dalla propulsione di una società che si sente in piena evoluzione. Docci è pittore del nostro tempo, in cui le energie vitalistiche sembrano all’esaurimento, ma la capacità tecnologica ci ha reso simili a un dio. Oltre alle tele che configurano una nuova semantica alle città, troviamo
in mostra anche delle opere fotografiche che, altrettanto, ritagliano spazi di significato, sottraendo alla banalità del tempo le scritte d’amore sui muri, i nomi incisi o i graffiti tipici dell’eredità
di Jean-Michel Basquiat. Potremmo dire, chiamando in causa un denso libro di Ernst Jünger, “Al muro del tempo”: il tempo visto come entità oscura, ben diverso da quella concezione lineare cui ci
ha abituato la tecnica.
Allora, tornano i simboli, ritornano sui muri, quasi come graffiti rupestri. Non a caso siamo in un’epoca in cui vi sono artisti che riscoprono e riabilitano le tracce di un linguaggio universale. E Docci legge i muri dei graffiti e dei murales come fossero mappe di città, dove gli alfabeti simboleggiano una babele linguistica che non è disordine, ma composizione.

Dati

Collana: Percorsi tra arte e filosofia
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 2022
Pagine: 88 p., ill. , Brossura
EAN: 978-88-31950-14-5

Prezzo: € 25,00

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